Un mondo di plastica
Il mondo è invaso dai rifiuti. Ogni anno, la sola Unione Europea ne produce 2,5 miliardi di tonnellate: ma se da una parte è vero che ormai il loro riciclo è entrato a far parte della nostra vita quotidiana, è anche vero che una gran parte di essi non viene riutilizzata come si dovrebbe. Il criterio applicato a questa metodologia produttiva prende il nome di economia lineare: con tale termine si intende definire la logica sequenziale “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”, con poca o scarsa attenzione alla gestione efficace di energie e risorse. Per far fronte agli sprechi di materie prime ed energia, sia l’Europa che il resto del mondo stanno lentamente ponendo in essere una transizione verso un nuovo modello produttivo definito economia circolare: un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti per consentire la loro utilizzazione il più a lungo possibile. Il principio del riuso è già noto da molto tempo ad economisti e produttori di beni, ma fino ad oggi l’economia circolare non ha mai trovato un campo di applicazione reale in quanto presenta (per ovvie questioni logistiche) costi maggiori per la reintroduzione delle materie prime seconde nel ciclo economico. Per questo motivo, l’Unione Europea ha deciso di mettere in atto un piano di sostegno finalizzato a rendere l’economia dei suoi Stati membri totalmente circolare entro il 2050.
Quali vantaggi porta l’Economia circolare?
Grazie a questo tipo di investimenti, è stato calcolato che le imprese europee otterrebbero un risparmio e ridurrebbero nel contempo le emissioni totali annue di gas serra. Un dato per tutti: la sola produzione dei materiali che utilizziamo ogni giorno è responsabile del 45% delle emissioni di CO2; un impatto altissimo per un consumo eccessivo di materiale difficilmente o poco riciclabile. L’auspicata transizione verso un’economia attenta al riutilizzo consente di ottenere numerosi vantaggi, tra cui:
- Riduzione della pressione sull’ambiente
- Più sicurezza circa la disponibilità di materie prime
- Aumento della competitività
- Impulso all’innovazione e alla crescita economica (un aumento del PIL dello 0,5%)
- Incremento dell’occupazione – si stima che nell’UE grazie all’economia circolare potrebbero esserci 700.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030.
Oltre a questo, si innescherebbe una virtuosa responsabilizzazione dei cittadini: soltanto facendo condividere all’intera popolazione europea le effettive implicazioni economiche, sociali ed ambientali della riconversione ecologica, è infatti possibile modificare le logiche economico/produttive che hanno guidato per anni i mercati mondiali, ma che oggi risultano non più adatte alle complessità ambientali (e politiche) che governano la nostra Società.
Il nostro impegno
In 2M abbiamo molto a cuore questi temi: per questo motivo abbiamo affiancato e continuiamo ad affiancare le aziende per migliorare la loro produttività in conformità alle regole di mitigazione degli impatti ESG (Sistema di GESTIONE Ambientale). Attraverso progetti di efficientamento energetico, di riqualificazione territoriale e di mitigazione degli sprechi, ci impegniamo ogni giorno per contribuire a migliorare la sostenibilità e la resilienza delle aziende nostre clienti. Forniamo quindi supporto per tutte le certificazioni della famiglia UNI EN ISO 14000 (gestione ambientale) in materia di gestione dell’energia e delle risorse, attraverso la realizzazione di un sistema di gestione capillare basato proprio sul concetto di economia circolare. Grazie alle forti esperienze maturate negli anni in ambito agroalimentare, consulenziale e di management, possiamo proporre ai clienti soluzioni tailor made uniche nel loro genere, create su misura per le specifiche esigenze di ogni singolo Cliente.
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